Mario Airò

Mario Airò | L’emozione, la poesia, il segno

Mario Airò è nato a Pavia nel 1961. Ha condotto i suoi studi artistici a Milano presso l’Accademia di Belle Arti di Brera dove si è diplomato in pittura nel 1988. In Accademia ha frequentato i corsi di Luciano Fabro. A cavallo tra anni ’80 e ’90 ha dato vita assieme a un gruppo di artisti ad uno spazio autogestito in via Lazzaro Plazzi a Milano. Qui si è tenuta nel 1989 la sua prima personale. Oggi vive e lavora a Milano e insegna Laboratorio di Arte presso la Facoltà di Arti e Design dello IUAV di Venezia.

Nel 1997 espone all’Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, nel 2002 alla Biennale di Kwangju in Corea del Sud, nel 2003 ancora a Venezia, nel 2005 alla Biennale di Arte COntemporanea di Mosca. 

Il suo linguaggio artistico si ispira a elementi tratti dalla letteratura, dal teatro, dal cinema, dalla vita quotidiana e dalla natura.

Nel 2001 la galleria Vistamare di Pescara ospita una personale dell’artista dal titolo “Annotaizoni“. Le opere ci parlano attraverso il segno. Nonostante i lavori siano stati realizzati con materiali diversi, essi sono accomunati dalla volontà di catturare un’impressione o un’idea improvvisa.

 

Calla | 2011, ferro dorato, vetro, calla, stampe offset, sassi, dimensioni ambientali"Annotazioni", Galleria Vistamare, Pescara, 02.2011Calla | 2011, ferro dorato, vetro, calla, stampe offset, sassi, dimensioni ambientali"Annotazioni", Galleria Vistamare, Pescara, 02.2011
Calla | 2011, ferro dorato, vetro, calla, stampe offset, sassi, dimensioni ambientali”Annotazioni”, Galleria Vistamare, Pescara, 02.2011

 

Arcobaleno alimentare | 2017, Vistamare
Arcobaleno alimentare | 2017, Vistamare

 

Mario Airò, Amor pudico, 2017, Vistamare
Amor pudico, 2017, Vistamare

 

Mario Airò, Untitled, 2013, vaso realizzato da Luigi Barato, Camisano (VI)
Untitled | 2013, vaso realizzato da Luigi Barato, Camisano (VI)

 

Airò utilizza principalmente il neon,ma numerosi sono gli esempi in cui è la natura è protagonista. Il punto di contatto è proprio il segno che entrambi gli elementi, sia l’artificiale che il naturale, tracciano nello spazio. Il risultato è evidentemente molto differente, ma l’intento parte sempre dal costruire uno spazio mentale più che reale. I titoli delle opere inoltre danno rimandi simbolici e concettuali.

L’artista parte dal mondo delle emozioni dove vuole riportare lo spettatore attraverso elementi essenziali e delicati che rimandano alle stesse. Il suono talvolta, completa l’opera come parte integrante di essa.

È il caso di Parlez moi d’amour (2002)Là ci darem la mano (2003).

 

Là ci darem la mano | 2003, Collezione ACACIA
Là ci darem la mano | 2003, Collezione ACACIA

 

Mario Airò, Parlez moi d’amour, 2002
Parlez moi d’amour | 2002, Castello di Rivoli, Torino. Opera con sonoro.

 

 


Fonti testo:

http://www.xing.it/person/583/mario_airo

http://www.vistamare.com/wp-content/uploads/2014/07/mario-air%C3%B2-CS.pdf

http://www.treccani.it/enciclopedia/mario-airo_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/

http://www.artelabonline.com/articoli/view_article.php?id=1986

Fonti immagini:

http://www.vistamare.com/wp-content/gallery/a-mario-airo/calla.jpg

http://www.goldenruler.eu/works/luigi-barato-for-mario-airo-vase/

https://www.artsy.net/artwork/mario-airo-arcobaleno-alimentare

https://www.artsy.net/artwork/mario-airo-amor-pudico-1

http://acaciaweb.it/wp-content/uploads/2016/06/Schermata-2016-06-27-alle-11.54.21.png

http://www.artissima.it/site/wp-content/uploads/2017/10/Mario-Airo%CC%80-Parlez-moi-d%E2%80%99amour-2002-.jpg

http://acaciaweb.it/nuovo-allestimento-collezione-acacia-museo-del-novecento/