Olafour Eliasson

Olafour Eliasson | Ecosistema museo

di Giulia Santambrogio

Negli ampi spazi di alcuni dei più famosi musei di arte moderna e contemporanea del  mondo l’artista danese Olafour Eliasson interviene con le sue installazioni e ne trasfigura gli ambienti. Questi diventano un centro di osservazione ravvicinata del Sole. Oppure una sorta di palude, attraversabile grazie ad una passerella di legno. O un terreno sassoso, come il letto di un fiume in secca.

L’artista si cimenta in installazioni che hanno l’intento di ricreare eventi atmosferici e ambienti naturali artificialmente. L’illusione è efficace. Le sue opere lasciano tutti a bocca aperta e coinvolgono fisicamente ed emotivamente il visitatore. Come il grande Sole luminoso facente parte del Weather project, installato nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra nel 2003.

Olafour Eliasson | Weather Project, 2003, Turbine Hall, Tate Modern, Londra
Weather Project | 2003, Turbine Hall, Tate Modern, Londra

 

Riverbed è un’installazione realizzata nel 2014 negli spazi del Louisiana Museum of Modern Art di  Humlebæk in Danimarca.

Si accede ad un ampio spazio, una distesa sassosa che si sviluppa su diverse quote. L’idea dell’artista, richiamata anche dal titolo dell’opera, è quella di ricreare il letto di un fiume. Il visitatore è chiamato a esplorare l’ambiente.

Il paradosso è dover  passeggiare su un terreno sconnesso e dover uscire nella natura entrando in un museo. Un grande ribaltamento. L’opera d’arte in realtà è opera della natura. Queste e altre riflessioni sono messe in secondo piano. Prima  è necessario fare esperienza di questo ambiente. L’installazione si comporta come se avesse naturalmente e con il tempo invaso gli spazi o come se il museo avesse le fondamenta nel letto del fiume.

 

Olafour Eliasson | Riverbed, 2014
Riverbed | 2014
Olafour Eliasson | Riverbed, 2014-15
Riverbed | 2014-15

 

The mediated motion è un intervento di Eliasson all’interno del Kunstmuseum di Bregenz realizzato in collaborazione con l’architetto austriaco Günther Vogt. L’artista ha occupato tutti i quattro livelli del museo trasformando la geometrica sobrietà dell’edificio di Peter Zuntor con l’utilizzo di vari elementi: odori, nebbia, acqua, piante e terreno.

 

Olafour Eliasson | The mediated morion, 2001, Kunsthaus, Bregenz
The mediatet motion | 2001
Olafour Eliasson | The mediated motion, 2001, Kunsthais, Bregenz
The mediated motion | 2001

 

Olafour Eliasson | the mediated morion, 2001
The mediated motion | 2001

 

“The audience is the piece, because everything else is in flux.” Olafour Eliasson

(“Il pubblico è l’opera, perché tutto il resto è in flusso”)

L’importanza del fruitore nelle opere di Eliasson è fondamentale. La consapevolezza che egli ha nel percepire gli spazi e l’artificio tecnico/tecnologico con cui è stata realizzata l’opera contribuisce a costruire il suo significato.  Con la sola presenza il visitatore cambia il significato dello spazio. Vedere fotografie delle opere non è conoscerle e comprenderle. Bisogna viverle e farle proprie. L’invito è negli stessi titoli che l’artista dà ad alcuni suoi lavori (“Your windless arrangement”, “Your sun machine”, “Your strange certainty still kept” o “Your compound view”), a significare un atto di donazione, di dono che comporta anche delle responsabilità.

 

Your waste of time | 2006, Neugerriemschneider, Berlino
Your waste of time | 2006, Neugerriemschneider, Berlino

 


Fonti:

http://www.kunsthaus-bregenz.at/ehtml/aus_elias.htm

Crediti immagini: 

http://olafureliasson.net/archive/artwork/WEK101003/the-weather-project

http://olafureliasson.net/archive/exhibition/EXH102282/riverbed

http://olafureliasson.net/archive/exhibition/EXH101073/the-mediated-motion#slideshow